Abstract
L'articolo si propone di mostrare come il sermo esegetico bernardiano sia volto all'amplificazione della dimensione emotiva, amplificazione che determina un'emergenza di senso rispetto al normale livello di comunicazione: la parola, nell'ermeneutica di Bernardo, non è segno linguistico il cui significato sia univocamente coglibile dall'intelletto, ma, caricandosi della sua materialità, dilata e moltiplica retoricamente gli echi emotivi che può produrre, dischiudendo nella dimensione affettiva la sua verità. Lo stile retorico di Bernardo viene quindi analizzato attraverso l'elaborazione di una metodologia di lettura che, riproducendo graficamente la struttura sintattica di alcuni passi dei Sermones super Cantica Canticorum e ispirandosi al principio guida della priorità degli affetti , consente di sottoporre a verifica l'ipotesi iniziale