Abstract
I Manoscritti economico-filosofici di Marx sono stati, fin dalla loro pubblicazione nel 1932, un importante riferimento per le successive riflessioni sull’alienazione nell’ambito del lavoro. Essi sono però, e non da oggi, anche l’oggetto di aspre critiche di essenzialismo. L’obiettivo di questo breve contributo è mostrare come, più di 170 dopo la loro composizione, i Manoscritti marxiani ci offrano ancora una preziosa traccia per delineare una fenomenologia dell’alienazione nell’ambito del lavoro contemporaneo.