Abstract
Nel 1726 lo scozzese Walter Bowman intrattenne una corrispondenza con Samuel Clarke su «the power of self-motion», un argomento che Clarke aveva trattato nella sua Demonstration of the Being and Attributes of God. Le due lettere inedite di Clarke, qui presentate, sono parte di quella vasta corrispondenza che il teologo ebbe con filosofi e uomini di lettere dopo la pubblicazione della Demonstration. In questo saggio si ricostruiscono gli argomenti di Clarke, in primo luogo quelli relativi alla dimostrazione dell’esistenza di Dio, evidenziando le influenze di Cartesio, Locke e Newton. I commenti di Bowman, raccolti insieme alle lettere nella sua opera Fugitive Manuscripts, ci aiutano a vedere come Clarke elabori una teoria meccanicistica dell’azione e, come emerge dalle lettere, debba successivamente precisarla ricorrendo a due principi: «Pain is to be avoided and Novelties are to be attended with a sort of curiosity»