Abstract
Negli scritti dei primi anni trenta Adorno si propone di superare l’antitesi fra natura e storia senza ricadere in un modello fondativo di conciliazione. Attraverso una critica della ripresa nella filosofia contemporanea dell’accezione mitica della natura come origine e come invariante , Adorno intende recuperare il carattere polisemico dell’esperienza della natura e del suo intreccio paradossale con la storia. Il concetto di ‘seconda natura’, ripreso attraverso il confronto con Lukács e con Benjamin, e connesso con le nozioni di ‘caducità’ e ‘allegoria’, si rivela così decisivo per comprendere il senso dialettico della storia naturale. In his writings of the early thirties Adorno intends to overcome the antithesis between nature and history without falling into a foundationalist model of conciliation. Through a criticism of the reprise in contemporary philosophy of nature’s mythical meanings, as origin and invariant , Adorno wants to retrieve the polysemous character of nature’s experience and its paradoxical relation with history. The concept of ‘second nature’, as read through Lukács and Benjamin, and connected with the notions of ‘caducity’ and ‘allegory’, reveals itself to be decisive in understanding the dialectical meaning of natural history