Dictates of Faith versus Dictates of Reason: Peter Auriole on Divine Power Creation and Human Rationality
Abstract
L'A. illustra la posizione assunta da Pietro Aureolo all'interno del dibattito de aeternitate mundi, fino ad ora non molto studiata, analizzando lo Scriptum super Primum Sententiarum databile al 1316, periodo dell'insegnamento a Bologna e Tolosa, e il commento alle Sentenze, nato durante il magistero parigino. La discussione non è sistematica, ma suddivisa tra il II e il IV libro; dal punto di vista dottrinale non vi sono mutamenti rilevanti tra le due opere. Il modo di procedere di Aureolo nella trattazione dei singoli problemi inerenti alla questione principale è identico nei due testi: una sorta di confronto tra la fazione dei filosofi, rappresentati da Aristotele e Averroè, e quella dei teologi. Ciò che rende peculiare l'approccio dell'autore è la sua grande attenzione alle conseguenze e alle implicazioni epistemologiche delle possibili soluzioni prospettate dai due gruppi, soluzioni che egli reputa difficili da sostenere. L'impossibilità di decidere è connessa alla sua visione dell'uomo che, non possedendo per natura un intelletto astratto, è incapace di avere intuizioni e non può dunque comprendere il modo in cui gli atti divini sono correlati all'essenza divina, né la vera natura dell'istante, né come possa aver luogo un mutamento senza un sostrato precedente che è alla base della nozione di creatio ex nihilo