Iranian Cities. An Emerging Urban Agenda at a Time of Drastic Alterations (
2020)
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Abstract
La recente esperienza dei movimenti “Occupy” e di altre proteste di strada evidenzia la domanda globale per una democrazia partecipativa che riconosca il conflitto sociale. L’emergere di un urbanismo insorgente a Tehran si è realizzato anche attraverso associazioni semantiche che dipendono dalla memoria storica presente nell’immaginazione collettiva. Durante la Rivoluzione Islamica del 1978-79, luoghi di Tehran quali Enqelab Street e Azadi Square hanno fornito le principali dimensioni spaziali della protesta rendendo possibile una sua appropriazione basata su nuove interpretazioni ideologiche. Inoltre, le precedenti geografie della protesta a Tehran hanno fornito lo spazio primario per connettere gli attivisti con la gente comune e attivare una memoria collettiva inserita nel contesto urbano. Concentrandosi sulla Tehran moderna, questo articolo mira a elaborare un quadro teorico per comprendere le “piazze della protesta” come forme emergenti di spazio politico. In particolare, l’articolo si focalizza sul movimento “Take the square”, sviluppatosi a Tehran in anni recenti come un utile termine di paragone nel contesto della diffusione generale del fenomeno degli spazi urbani centrali che divengono “spazialita del malcontento”.