Klio 100 (3):785-824 (
2018)
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Abstract
Riassunto La punizione inflitta, nel 211 a. C., ai Campani, municipes sine suffragio, per la loro defezione ad Annibale, era stata assunta da una parte del senato a paradigma anche per i soci Tarentini, nel 208 a. C., rei allo stesso modo. Tale valutazione politica poggiava sull’assunto che la pena dovesse essere commisurata alla colpa, indipendentemente dal differente statuto giuridico dei defezionisti. Questa è espressione della linea rigorista perseguita contro i traditori, tra alti, da Q. Fulvius Flaccus, all’opposto di quella moderata e pragmatica sostenuta da Q. Fabius Maximus.