I Marchi Di Origine E I Miraggi Del Nominalismo Legislativo

Rescogitans 2008 (2008)
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Abstract

È una credenza diffusa che i marchi di origine (DOCG, DOC, DOP, IGT, IGP e PAT, rispettivamente: di origine controllata e garantita; di origine controllata; di origine protetta; indicazione geografica tipica; indicazione geografica protetta; prodotti agroalimentari tradizionali) siano di grande utilità sia per i consumatori che per i produttori: certificando l’origine e il metodo di produzione di un prodotto, essi ne garantiscono una certa qualità di fronte al consumatore. Ma è proprio così? Che cosa giustifica l’introduzione di un marchio di origine? Quanto sostengo qui di seguito è che, sebbene non credo si possa negare che i marchi di origine segnalino anche una certa qualità di un prodotto, forse non sono il modo migliore per farlo. Di fatto, per il consumatore, i marchi non garantiscono niente che vada oltre alla qualità richiesta affinché la certificazione venga rilasciata; ma, al contempo, in quanto forme di protezionismo, favoriscono certi produttori, prevenendo l’utilizzo della denominazione a chi offre un prodotto di qualità analoga o superiore, ma provienente da una zona priva di tradizioni. In altre parole: se vi sono prodotti equiparabili per qualità e gusto ad un dato prodotto di origine, e possibilmente più economicamente vantaggiosi, il consumatore non avrà modo di accorgersene dalla sola nomenclatura. Quindi: i marchi di origine sono (talvolta) un ostacolo all’acquisto e al godimento dei prodotti migliori al miglior prezzo. Talvolta: questo deve essere ben sottolineato, poiché in certi casi (per esempio quello dei PAT) il prodotto certificato dal marchio ha un mercato talmente di nicchia da costituire un tuttuno tra qualità e origine. (Si potrebbe aggiungere che le certificazioni dei marchi non sono sempre ottenute attraverso procedure affidabili. Non insisterò oltre su questo punto, per il quale si rimanda a: Paolo Conti, La leggenda del buon cibo italiano e altri miti alimentari contemporanei, Fazi Editore, 2006; Peter Singer e Jim Mason: The Way We Eat..

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Andrea Borghini
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