Franz Rosenzweig sul mito e la religione
Teoria 28 (1):7-16 (
2008)
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Abstract
È un onore per me, e nello stesso tempo un grande piacere, aprire il convegno su Franz Rosenzweig e il futuro del suo «nuovo pensiero». Permettetemi, in qualità di Presidentessa dell’Internationale Rosenzweig-Gesellschaft, di presentare i miei ringraziamenti e la mia gratitudine – e quelli della Società – alle autorità accademiche dell’Università di Chieti-Pescara e agli organizzatori dell’evento. Vorrei anche cogliere l’occasione di questo Convegno per richiamare il ricordo della nostra Presidentessa onoraria, Rivka Horwitz, deceduta di recente, il 4 gennaio 2007, a Gerusalemme. Riwka Horwitz, che partecipava attivamente a tutti i nostri incontri – mi ricordo della sua presenza e dei suoi interventi a Kassel, ma anche a Tempe, in Arizona –, ha ancora potuto partecipare al nostro Convegno di Gerusalemme, ed è con sorpresa, e con molta tristezza, che abbiamo saputo della sua scomparsa. Veniva dalla Germania: nata nel 1929 a Bad Homburg, era emigrata fin dal 1933 in Palestina, ed è in Israele che aveva scelto di vivere ed insegnare – soprattutto all’Università Ben Gurion, a Beer Sheva, dal 1975. Ma dopo la guerra non aveva neppure avuto timore di tornare in Germania e di interessarsi là delle tracce dell’eredità ebraica. Questo fatto manifestava già il carattere intrepido che mi ha sempre colpito in lei: è necessario ad una donna – soprattutto una donna che, come lei, veniva dal mondo ebraico ortodosso e praticante – per pretendere di farsi strada in un Paese ostile, un Paese che dovette apparirle ostile, e che lo era, senza alcun dubbio, per molti versi