Abstract
Within the otherwise lively debate on neuroethics, little attention has been devoted to the peculiar methodological issues and challenges it faces. My aim is to track down its methodological specificities. Firstly, I will investigate to which traditional debates neuroethics bears similarity and to what extent it actually represents a novelty in ethical thinking. While the ethics of neuroscience is akin to bioethics, the neuroscience of ethics seems akin to moral psychology. And yet they differ as far as the level of explanation of human moral behavior and reasoning is concerned. Thus, while the neuroscience of ethics and moral psychology share a family resemblance, they cannot be reduced to one another. Secondly, I will explore three different philosophical temperaments towards the role empirical findings can and should have in normative ethics and in metaethics. Prudential reasons would recommend openness to new sources of evidence without risking either reductionism nor neglect.
I metodi della neuroetica: la neuroscienza dell’etica è davvero una nuova sfida per la filosofia morale? Riassunto: Nonostante il dibattito in ambito neuroetico sia molto vivace, poca attenzione è stata dedicata alla questione relativa al suo metodo specifico e ai problemi a cui va incontro. Il mio scopo è quello di identificare le specificità metodologiche di questa disciplina. Anzitutto cercherò di determinare a quali dibattiti tradizionali la neuroetica può essere avvicinata e in che misura invece questa costituisce una novità all’interno del pensiero etico. Mentre l’etica della neuroscienza ha delle affinità con la bioetica, la neuroscienza dell’etica appare maggiormente simile alla psicologia morale, sebbene tali discipline siano diverse fra loro per via del livello a cui spigano il comportamento morale umano e il ragionamento. Pertanto, nonostante la neuroscienza dell’etica e la psicologia morale rivelino una certa somiglianza di famiglia, non è possibile ridurre l’una all’altra. In secondo luogo esplorerò tre diversi atteggiamenti filosofici rispetto al ruolo che i risultati empirici giocano o dovrebbero giocare rispetto all’etica normativa e alla metaetica. Ragioni di prudenza suggeriscono di rimanere aperti verso nuove fonti di evidenza evitando tanto il riduzionismo quanto la trascuratezza.