Il volto cartesiano dell'analogia in alcune pagine di Pourchot, F. Lamy e Fénelon
Abstract
Nelle confutazioni di Spinoza composte da François Lamy e da Pierre-Sylvain Régis troviamo interpretazioni tra loro assai lontane della definizione cartesiana di sostanza: mentre Régis evidenzia l'equivocità del termine usato per Dio e per gli esseri finiti, Lamy sostiene l'analogia tra i due tipi di realtà oggetto di conoscenza. Il presente lavoro - che si sofferma sul pensiero di Edmond Pourchot, François Lamy e François Fénelon - intende richiamare l'attenzione su una corrente di pensiero che, nel segno di Cartesio, mentre sostiene la libertà di Dio nel creare e la contingenza delle creature, sottolinea che ogni cosa, nella misura in cui è, è vera e buona, «car il n'y a rien de réel et de véritable que l'être». Si tratta di una corrente cartesiana in cui è viva la presenza, oltre che di Agostino, di Anselmo d'Aosta.