Abstract
Molti, tra i biografi di Dante, hanno considerato veritiero il racconto del viaggio a Parigi, riferito – tra gli altri – da Boccaccio. La questione assume rilevanza se si considerano le circostanze che potrebbero aver spinto il Poeta a partire per la Francia. Potrebbe essere stato indotto a partire da notizie avute in merito all’emergere di nuove idee politiche tra alcuni maestri parigini? Chi potrebbe aver sollecitato la curiosità di Dante e come, più tardi, il Poeta avrebbe provato a rivelare ai suoi lettori ciò di cui era venuto a conoscenza? Questo articolo proverà a fornire un’interpretazione del canto XVIII del ‘Paradiso’, concentrandosi su alcuni oscuri versi legati alla _ bella image _ dell’aquila che, nei successivi canti, pronuncerà due diversi discorsi, dicendo _ ‘io e mio’,/quand’era nel concetto e ‘noi e nostro’ _. _Most of Dante’s biographers accepted as possible the account of the journey to Paris, as narrated – among others – by Boccaccio. The issue seems relevant considering the circumstances that may have prompted the Poet to travel to France. Could he have been determined by stories heard about the emergence of new political ideas among some of the Parisian masters? Who could have aroused Dante’s curiosity and how would the Poet then attempt to reveal to his readers what he had learned? This article intends to provide an interpretation of ‘Paradiso’ XVIII, focusing on a few obscure verses related to the _bella image_ of the Eagle that, in the following cantos, will pronounce two speeches, saying _‘io e mio’,/ quand’era nel concetto e ‘noi e nostro’.