Abstract
In questo articolo si cercherà di mostrare come gli esperimenti di Libet sull’esistenza del libero arbitrio siano basati sull’assunto per cui il libero arbitrio sarebbe un impulso ad agire spontaneo e privo di premesse, confinato in un singolo momento. Un prototipo di quest’assunto può essere rintracciato nella filosofia di David Hume. I presupposti teorici di Libet saranno messi a confronto con modelli derivanti da altre tradizioni, in cui il libero arbitrio è caratterizzato da deliberazione conscia e soggetta ad autocontrollo lungo una estesa dimensione temporale. Credo che, applicando questo modello “deliberativo” ai risultati di Libet, si possa dar luogo a un’interpretazione alternativa che non giunga alla negazione dell’esistenza del libero arbitrio. Questo mostra come gli esperimenti di Libet non confutino né confermino l’esistenza del libero arbitrio, se il libero arbitrio viene definito usando un quadro teorico alternativo. Si avanzerà poi l’ipotesi per cui la ricerca sperimentale definite secondo il “modello deliberativo” dovrebbe analizzare la capacità degli agenti di rovesciare comportamenti routinari estremamente radicati.