Il senso libero della libertà: La posta in gioco di una civiltà desiderabile
Abstract
Da sempre presente nel lessico e nel pensiero pedagogico, la parola “libertà” da tempo è stata fatta oggetto di appropriazione dal capitalismo neoliberista che ne ha fatto una delle sue icone. L’articolo propone un’analisi, sotto il profilo dei processi educativi e formativi, di tale appropriazione, che ha generato un simbolico performativo dai contorni ambigui e tendenzialmente illiberali per i singoli e le società. E muovendo dal pensiero e dalla pedagogia della differenza sessuale mette a tema la necessità di farsi interpreti, socialmente e singolarmente, a partire da sé, di un senso libero della libertà, senza il quale non esiste educazione né è possibile una civiltà desiderabile.Always present in the lexicon and educational thinking, the word “freedom” has been treated for a long time as object of appropriation by neoliberal capitalism that made it one of its icons. The contribution offers an analysis from educational and pedagogical point of view of this appropriation that generates a symbolic performing whose boundaries are ambiguous and virtually illiberal for individuals and societies. Moving from the sexual difference thinking and education the article schematizes the need of becoming interpreter, socially and singularly, starting from oneself, of a free meaning of freedom, without which education or desirable civility may exist