Abstract
In questo saggio, si analizza come, a partire da una radicale e interessante messa in discussione del concetto di popolo, quale soggetto politico, dotato di una propria volontà e presupposto dal sistema democratico, il giurista austriaco Hans Kelsen elabori una teoria della democrazia rappresentativa e parlamentare quale bilanciamento tra eteronomia e libertà. Dopo aver fatto emergere alcune delle componenti teoriche più rilevanti della Demokratielehre kelseniana, si passerà ad esaminarne una serie di aspetti controversi che permettono di problematizzarla.