Abstract
Il pensiero pratico dominante nel Novecento europeo fornisce risposte negative alla questione se sia possibile una fondazione razionale del pensiero pratico, configurando una posizione di scetticismo assiologico e morale ancora oggi maggioritaria. Ma il secolo xx, se da un lato ha rappresentato la bancarotta della ragione pratica, dall'altro ne ha prodotto una vera e propria incarnazione, nelle istituzioni e organizzazioni internazionali, nelle costituzioni rigide degli Stati europei del dopoguerra, nella Dichiarazione Universale dei diritti dell'essere umano del 1948 ecc. Come puň la filosofia pratica portarsi all'altezza della ragione pratica incarnata, invece di minacciarla dall'interno con le sue neo-sofistiche, attraverso relativismi, soggettivismi, nichilismi, politeismi assiologici e simili?