Abstract
Basandomi su (Harvey 2012) argomenterò che la struttura architettonica della città deve seguire un determinato modello morale: gli edifici devono adattarsi alla persone e alle loro esigenze, e non il contrario. Definita la città come un particolare tipo di oggetto sociale, difenderò la tesi della possibilità di cambiamento “qui e ora” delle strutture architettoniche delle città sulla base del modello che, come mostra (Sudjic 2011), è attualmente ribaltato in una situazione in cui gli agglomerati urbani seguono sostanzialmente una struttura che sposa le sole esigenze dei costruttori. Una volta argomentato che la città deve tenere conto degli interessi di tutti, modificando di continuo le proprie strutture, mi baserò su (Frau 2009) per sostenere che la città deve anche trasformarsi in un luogo in cui anche i “ diversi” (malati mentali, ecc.) trovano un loro spazio non dissimile da chi è definito “normale”.