Abstract
La teologia, come scienza e sapienza, non asseconda o compie l’ideale di una ragione “forte”, che faccia tutt’uno con la conoscenza speculativa: per una simile ragione – e per la teologia che ne consegue – il significato della realtà, sebbene rivelato, non smette di essere un dato indifferente alla libertà della creatura.In essa Tommaso esprime piuttosto la consapevolezza dello scacco cui la ragione va incontro se considera assoluto il criterio soltanto teoretico della verità, dimenticando che il senso dell’essere è piuttosto l’esito possibile di un processo vitale libero, offerto alla creatura restituita alla propria integrità relazionale. In questa prospettiva, e nel contesto delle discussioni intorno alla scientificità della teologia e all’unità della ragione che si svolgono a Parigi nel corso del XIII secolo, la peculiare costruzione della teologia in Tommaso risulta proposta di un modello relazionale di ragione e di conoscenza, attento alle opportunità ma anche ai rischi propri di un quadro filosofico caratterizzato dall’influenza di Aristotele